muscoli ed elettricità

muscoli ed elettricità

L’innovazione tecnologica è affascinante perché è materia viva. Evolve con complesse interazioni e ci sorprende prendendo strade inaspettate.

Come succede in biologia con i geni recessivi, anche nella storia della tecnologia, alcuni segmenti di sapere sembrano sparire per poi spuntar fuori, a sorpresa, dopo generazioni.

Prendete l’auto elettrica ad esempio: forse lo sapete già ma è giusto ricordare che qualche decennio prima dell’invenzione dell’auto a motore a scoppio (Karl Benz, 1886), in giro per il mondo giravano già automobili con il motore elettrico.

Proprio così, il nostro futuro è già esistito, a metà dell’Ottocento (!).

A cavallo tra i due secoli, l’ingegneria e il mercato non sapevano decidere quale dei due motori avrebbe sostenuto la diffusione della mobilità su strada, che un po’ tutti prevedevano.

E proprio qui si inserisce la storia dell’ingegner belga Camille Jennatzy, che fin da giovanissimo si divertiva a costruire auto a batteria e motore elettrico.
Il 29 aprile del 1899, durante una delle tante gare di quel tempo, atte a dimostrare la superiorità di uno dei due motori, la sua auto elettrica, La Jamais Contente (La mai contenta), superò per la prima volta nella storia i 100 km/h, sbalordendo il mondo.
Voi chiederete: e allora perché il Novecento non ha visto protagonista la macchina elettrica?

Secondo alcuni storici, la strada del motore a scoppio fu presa anche perché ai “maschietti” piaceva fare rumore, avere le mani sporche d’olio e far forza sulla manovella di accensione, mostrando la propria virilità in strada. Per fortuna ci sono dei geni recessivi che tornano a galla e così oggi, mentre il mondo si sta un poco addolcendo e la forza non è più solo quella muscolare, le auto elettriche tornano di moda e speriamo sempre più numerose sulle strade.

 Prima auto a superare i 100 km/h

L’ingegner belga Camille Jennatzy

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